Legge Brambilla 2025 – La tutela degli animali – CTU del tribunale
“Legge Brambilla 2025″ : il parere di un veterinario CTU del Tribunale”
“Una legge che dà voce agli animali”: riflessioni di un veterinario CTU del tribunale”
La Legge Brambilla 2025 sulla tutela degli animali, finalmente approvata, rappresenta una svolta importante anche per noi veterinari CTU del tribunale. Dopo anni di esperienze in cui ho visto troppe situazioni di sofferenza animale passare inosservate o sottovalutate, posso dire che questa norma risponde a un’esigenza concreta di giustizia.
Eppure, la sensibilità della gente è cambiata da tempo. Basta parlare con una qualsiasi famiglia italiana che vive con un animale per sentire parole d’affetto profondo, di legame autentico. Per tanti, il cane o il gatto di casa non è un oggetto o una proprietà, ma un vero e proprio membro della famiglia. Un essere che prova emozioni, soffre, gioisce, comunica con noi.
Il paradosso era proprio questo: il sentimento diffuso tra i cittadini – affettivo, empatico, morale – non trovava un riscontro adeguato nel diritto. Per la legge, l’animale era spesso trattato come una “res” (una cosa), e non come un essere vivente meritevole di tutela in quanto tale.
Il cambiamento: cosa prevede la nuova legge
Con l’approvazione definitiva della legge Brambilla 2025, questo squilibrio inizia finalmente a correggersi. Parliamo di un intervento normativo che, da tecnico del settore, considero storico in quanto, il diritto incontra il dovere, la compassione e l’etica.
In termini pratici, la legge introduce:
- Sanzioni pecuniarie più alte per chi maltratta, abbandona o uccide un animale;
- La possibilità di pene detentive effettive, nei casi più gravi;
- Un rafforzamento del valore penale dei reati contro gli animali, che non sono più relegati tra i “reati minori” ma iniziano a essere trattati con la serietà che meritano.
Questo significa, ad esempio, che:
- Abbandonare un animale – un gesto purtroppo ancora troppo comune, specie in estate – non sarà più una “leggerezza” punita con una semplice multa, ma potrà avere conseguenze penali reali, fino alla reclusione.
- Maltrattare un animale, anche se in modo “non letale” (come tenerlo legato in modo permanente o privarlo di cure), potrà essere perseguito con strumenti giuridici più incisivi.
La differenza tra “sentimento” e “diritto”
Una precisazione tecnica è doverosa: la Legge Brambilla del 2025 non trasforma gli animali in soggetti giuridici titolari di diritti propri, come accade invece per le persone o i minori. Tuttavia, introduce un cambiamento significativo nella prospettiva giuridica.
Con la modifica dell’articolo IX-bis del Codice Penale, l’attenzione si sposta dal “sentimento dell’uomo” alla tutela diretta dell’animale. La vecchia dicitura, “Delitti contro il sentimento per gli animali”, viene sostituita da “Delitti contro gli animali”. In altre parole, non si protegge più solo la sensibilità umana offesa dal maltrattamento, ma l’animale stesso come essere senziente.
Detto in termini semplici: l’animale non ha ancora diritti “in proprio”, ma la società considera inaccettabile che venga maltrattato – ed è questo a essere tutelato penalmente. Si tratta di un passaggio intermedio, ma fondamentale.
La Legge Brambilla 2025 rappresenta quindi un primo passo concreto verso un cambio di paradigma anche nella pratica forense, dove entrano in gioco figure come i CTU (Consulenti Tecnici d’Ufficio) Veterinari, che saranno sempre più chiamati a valutare situazioni in cui la sofferenza animale ha rilevanza giuridica.
Dalla teoria alla pratica: perché questa legge è concreta
Chi lavora nei tribunali come veterinario CTU sa bene quanto contino gli strumenti legali. Una legge senza forza sanzionatoria è come un bisturi senza lama: simbolico, ma inutile.
Oggi, con queste modifiche, possiamo intervenire con più efficacia. Possiamo affiancare meglio i magistrati nelle perizie, sapendo che ci sarà un vero seguito giudiziario. Possiamo fare educazione e prevenzione, sapendo che le parole si appoggiano su un impianto normativo credibile.
La Legge Brambilla 2025 tutela animali e rafforza il ruolo dei CTU nei procedimenti giudiziari legati ai reati di maltrattamento e abbandono.
Conclusione da tecnico… e da cittadino
Come professionista, saluto questa riforma con soddisfazione: finalmente ci viene riconosciuta una cornice normativa che rispecchia il valore della vita animale, anche nel nostro lavoro peritale.
Ma come persona civile, ancora prima che come medico, sento che questa legge rappresenta qualcosa di più: un passo avanti nella coscienza collettiva. Un segnale che dice che la nostra società è matura abbastanza da non tollerare più la crudeltà verso chi non può difendersi.
Tuttavia, accanto al necessario inasprimento delle pene, sarebbe stato maggiormente auspicabile che il sistema giudiziario valorizzasse con più concretezza forme alternative di pena, orientate alla responsabilizzazione e al recupero sociale del trasgressore.
In un contesto in cui le carceri sono già sovraccariche, l’applicazione di lavori socialmente utili, come il volontariato obbligatorio presso canili, rifugi o centri per animali maltrattati, avrebbe potuto rappresentare non solo una misura efficace di deterrenza, ma anche un’occasione per un cambiamento autentico nella coscienza di chi ha commesso il reato.
Mettere queste persone a contatto diretto con gli animali che hanno subito sofferenze simili a quelle da loro causate, sotto la guida di professionisti, può trasformare la pena in un’esperienza educativa, generare empatia e contribuire a ridurre la recidiva.
Punire è necessario, educare è fondamentale. E solo una giustizia che sa coniugare fermezza e rieducazione può dirsi davvero al servizio di una società più civile.
Per ulteriori informazioni sulla legge Brambilla e sui dettagli delle pene, è consigliabile consultare il testo completo pubblicato sulla Gazzetta.
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Dott. Edoardo GONZAGA
Medico Veterinario – CTU presso il Tribunale di Livorno
Esperto in Medicina Legale e Forense